Partiamo da questa notizia. La Lega Nord non solo vuole radere al suolo i campi Rom, ritenuti indistintamente feccia della società. Non solo vuole sospendere le operazioni di soccorso navale nel Canale di Sicilia, il che non significa altro che lasciar annegare i migranti. Non solo esprime, attraverso i suoi esponenti di punta, l'esigenza di rivalutare il Nazismo. Adesso tra i bersagli ci sono anche i partiti comunisti. Ricorda la poesia di Martin Niemoller: prima vennero...
La Lega di Salvini si presenta come diversa dalla Lega austeritaria, tecnocratica e confindustriale di Maroni e Tremonti; quella che è stata al governo fino al 2011, per intenderci. In realtà, gli elementi di intolleranza e razzismo erano già fortissimi allora, e si può dire che facciano parte del patrimonio genetico del partito. Con Salvini, tuttavia, quegli elementi definiscono in via quasi esclusiva la linea del partito: una linea di attacco, aggressiva e feroce, tesa a costruire un forte polo di destra neo-nazista in Italia, sul modello greco e ungherese, ancor più che francese. Il tutto con il favore di media irresponsabili, che con l'intento di fornire a Renzi una opposizione di comodo danno visibilità alla nazi-Lega, giocando con il fuoco.
La Lega di Salvini è una minaccia per la democrazia. C'è da chiedersi cos'altro dovrebbero fare i suoi esponenti perché tanti se ne accorgano: passare all'azione? Organizzare dei pogrom?
Ora, Alberto Bagnai è molto, molto vicino alla Lega Nord. Fino a ieri gravitava soprattutto nei pressi di Gianni Alemanno, ma poi qualcosa è andato storto. Si può dire che Bagnai abbia avuto una parte non trascurabile nel successo della nazi-Lega di Salvini: in effetti un partito di estrema destra favorevole all'euro, com'era la Lega prima del 2013-2014, è una contraddizione in termini. Bagnai ha fornito a Salvini le parole per dirlo; e di conseguenza la Lega ha potuto attingere appieno al suo bacino elettorale naturale. Un sodale di Bagnai, Claudio Borghi, è divenuto persino un quadro organico del partito.
Come molti lettori si ricorderanno, la carriera di "divulgatore" anti-euro di Bagnai non inizia tanto con gli articoli sul Manifesto o su La Voce, bensì con il convegno di Chianciano dell'ottobre 2011; Convegno organizzato da quei Marxisti dell'Illinois di cui tanto il nostro si è fatto beffe in questi anni.
A questo punto la domanda sorge spontanea: ma che senso ha prendere le distanze dai Marxisti dell'illinois, per poi cadere nelle braccia dei Nazisti dell'Illinois, anzi della Padania?
Ma non eravamo tutti contro l'euro in nome dell'antifascismo, perché l'euro è nazista? (ah no, forse adesso l'euro è comunista...). Come si fa a combattere l'euro-nazismo collaborando con una forza neo-nazista? Forse Bagnai, per una questione morale ancor prima che politica, farebbe bene a pronunciarsi in maniera chiara e netta contro le mostruosità della Lega di Salvini. Parola di commentatore n.1 del suo blog (firmato):