DEMOLIAMO LUOGHI COMUNI

martedì 24 marzo 2015

La primavera europea si farà attendere, purtroppo



Le elezioni amministrative francesi, insieme a quelle per il rinnovo del parlamento dell'Andalusia, che è la Comunità Autonoma più popolosa di Spagna, ci mostrano una battuta d'arresto nella crescita dei partiti "antisistema" in Francia e Spagna. In Francia il bipolarismo, per ora, tiene:

Sarkozy frena Le Pen 

Il Parti Socialiste arretra ma non crolla 

Il Front National non è più la prima forza politica del paese 

In Spagna il bipolarismo tiene, anche se meno, come si può leggere qui.
Conquistare quasi quinto del parlamento andalusiano, per Podemos, una forza nata ieri l'altro, è davvero un'ottima cosa. Occorre poi considerare che l'Andalusia è una regione molto diversa da quelle che finora hanno conosciuto un qualche radicamento di Podemos, ossia i grandi agglomerati urbani (principalmente la capitale e Barcellona). Inoltre, l'Andalusia è un feudo storico del Partito Socialista, ed è l'unica area del paese dove questo partito eserciti ancora una certa egemonia. Il fatto che in quest'area il PSOE, abituato fino all'altro ieri a navigare tra il 45 e il 50%, raccolga poco più di un terzo dei voti è un chiaro campanello d'allarme.
 Il risultato di Podemos è dunque positivo, ma in fin dei conti minore rispetto alle attese.

Che conclusioni trarre da queste elezioni?
Il sistema politico francese appare, come per tradizione, bloccato e refrattario alle novità. La battuta di arresto del FN è reale: basta confrontare i risultati di questa tornata con quelli dell'anno scorso.
A chi sostiene che, comunque, quello di Le Pen è un buon risultato, suggerirei di riflettere su questi dati. Il massimo che il FN può ottenere, allo stato, è una vittoria simbolica: giungere al ballottaggio per le presidenziali. Un risultato importante, ma non inedito (ci erano già riusciti nel 2002). Tuttavia, anche qualora ciò avvenisse il bipolarismo francese reagirebbe compattandosi: è evidente, e registrato dai sondaggi, che sul candidato anti-Le Pen, sia esso di centrodestra ovvero di centrosinistra, convergerebbero i voti e del centrodestra, e del centrosinistra. Marine Le Pen potrebbe vincere se, domattina, si liquefacesse l'UMP; a quel punto il FN potrebbe concentrare su di sé tutti i voti della maggioritaria destra francese, e prevalere sul candidato del PS.
Tuttavia, l'UMP è be lungi dal liquefarsi. Nicolas Sarkozy (e soprattutto l'insipenza di Hollande) sta riuscendo nell'opera di ricostruire una maggioranza conservatrice in Francia. Certo, è deprimente che i francesi riesumino Sarkozy, assassino della Libia, principale responsabile della crisi dell'eurozona; ma questo è il responso delle urne.

In ultima analisi, è raccomandabile non sottovalutare la forza dei partiti sistemici in Europa. Podemos, in Spagna, non è riuscito ad espugnare la roccaforte dei socialisti; questi ultimi, alle elezioni di dicembre, raccoglieranno un numero di seggi tale da risultare indispensabili per la formazione di qualsiasi maggioranza di governo. Questa situazione spiana la strada ad una grande coalizione PSOE-PPE. In Francia, invece, assisteremo con tutta probabilità ad un ritorno all'Eliseo di Sarkozy, con l'eliminazione di quella che è, pur con tutti i suoi difetti, l'unica sponda di Tsipras e Varoufakis in Europa, ovvero il governo Hollande.
La primavera europea, temo, si farà attendere.