DEMOLIAMO LUOGHI COMUNI

mercoledì 2 settembre 2015

Smettere di essere follower

Ho cominciato a esplorare l'Antisistema web nel 2009. All'inizio ne ero completamente affascinato. Ho frequentato i siti e i blog più stravaganti, e ho seguito, con ritmo quotidiano, le evoluzioni dei mille "autori" che popolano questo microcosmo. Microcosmo che ben conosco, e di cui potrei stendere una mappa anche migliore di questa. Grazie a queste frequentazioni ho potuto conoscere molte persone in cui altrimenti non mi sarei imbattuto. Lo ammetto: è stato anche svago. Per anni, tuttavia, ho pensato che., oltre che a passare il tempo, la blogosfera potesse fungere da università parallela: un luogo dove entrare in contatto con insegnanti ed insegnamenti liberi dal conformismo che ammorba le vere università e le agenzie culturali in genere. Pensavo che attraverso l'Antisistema web avrei potuto apprendere le nozioni indispensabili per affrontare le storture di questo mondo orrendo, o almeno per non esserne complice. Tutto ciò presupponeva che le risorse intellettuali presenti nella blogosfera, e più precisamente la qualità intellettuale degli "autori" che le danno forma potesse in qualche modo rivaleggiare con quella del mainstream. Errore madornale.
Ciò che ho imparato negli ultimi tempi, e precisamente nell'ultimo anno, è che, semplicemente, non c'è confronto. Gli intellettuali mainstream, siano essi apertamente "di regime" ovvero non schierati, sono in grado di dare un'interpretazione coerente della realtà; gli "autori" Antisistema sono semplici macchiette. Prendere Diego Fusaro a punto di riferimento per la filosofia, ovvero Alberto Bagnai o per l'economia, o anche Giorgio Cremaschi o Mimmo Porcaro per la politica, sancisce la definitiva disfatta dell'Antisistema, e ciò sia per il versante della capacità di analisi che per la semplice credibilità.
D'altro canto l'immenso divario  tra i due gruppi emerge solo se si contrappone politicamente Sistema e Antisistema, come facevo io fino a qualche tempo fa: il che è molto sciocco. La contrapposizione avrebbe senso se l'Antisistema si ponesse in qualche modo a contrasto del Sistema. Ma non è ciò che avviene: gli "autori" non si preoccupano di organizzare un simile contrasto, bensì della propria autopromozione. C'è chi ha la vocazione di scrivere libri, e usa la propria popolarità web per farli vendere. C'è chi è bravo nelle recite televisive, e ottiene i riflettori. C'è chi ha la passione di organizzare micro-partiti e micro-sindacati, e fa quello. Ognuno secondo il suo "talento".
In questa dinamica è fondamentale il ruolo del follower. Nell'economia di internet il follower è merce. I piccoli capitalisti dell'Antisistema ne accumulano il più possibile, se necessario contendendosela tra di loro. Attorno alla luce emanata dal singolo "autore" sciama il nugolo dei followers, orgogliosi del loro commento sul Blog, del loro commento su Facebook, del loro Tweet.
Qual è il profilo del follower ordinario? E' tipicamente un deluso dal Sistema, ovvero qualcuno che non riesce ad adattarvisi. In quanto tale, potrebbe essere il soggetto migliore per dare corpo ad una alternativa. Il suo guaio è che abituato ad avere dei punti di riferimento saldi: non potendo più esserlo il Sistema, ne cerca altri; e il più delle volte viene catturato dalla luce dei protagonisti dell'Antisistema. Una volta catturato, il follower medio è contento: ha trovato quello che cercava; qualcuno che gli dicesse cosa pensare. L'Antisistema, dunque, non è l'incubatrice dell'alternativa, ma il suo sedativo.
Questa situazione non è figlia del caso. E' dovuta ai rapporti di forza reali tra il Sistema (che altro non è che il capitalismo) e chi gli si oppone, o pretende di opporvisi. Questo aspetto è molto importante, e dovrà essere approfondito separatamente. Per ora vorrei limitarmi ad esporre una proposta operativa.
Questo blog ha la funzione di esporre pubblicamente non tanto le mie riflessioni, che possono interessare fino a un certo punto, quanto i miei sforzi di colmare l'immenso gap che mi divide dagli intellettuali mainstream. Intendo impadronirmi di un pensiero che sia davvero capace di mettere in discussione l'egemonia del Sistema. Occorrerà intraprendere un percorso che durerà anni, fatto di letture, studi, interventi, esperienze, segnalazioni...
Il blog serve a esporre pubblicamente i risultati e le tappe di tale percorso. Scrivere mi aiuterà a mettere ordine nei pensieri. Anche se non dovessi avere un solo lettore (ipotesi plausibile), l'esercizio non sarebbe vano.
Per fare tutto questo non mi servono i commenti dei lettori.
Il commento, così tipico dei blog, è un meccanismo che più di altri induce a diventare follower. La dialettica tra autore e commentatore è chiaramente asimmetrica: somiglia a quella tra autore di uno spettacolo e spettatori. Alla fine dello spettacolo il pubblico fischia o applaude: in un caso come nell'altro è chi calca il palcoscenico il centro della relazione, mentre i membri del pubblico ne sono i satelliti. L'autore è il soggetto attivo; gli spettatori/commentatori sono soggetti passivi.
A me tutto questo non interessa. Non sono qui per farmi un pubblico. Non ho da insegnare, ma da apprendere. Se qualcuno vuole aiutarmi nell'apprendimento con osservazioni e critiche a quanto affermo si prende il disturbo, e per certi versi la responsabilità, di inviarmi per mail un suo scritto, di dimensioni ragionevoli, che verrà pubblicato come un post autonomo, rigorosamente con nome e cognome. Ciò vale anche per chi intende inviarmi qualcosa di suo che non rappresenta una risposta ad un mio post. Tutto ciò che mi scriverete sarà pubblicato, ovvero esposto al pubblico ludibrio (dipende da quel che si scrive).
Da questo momento, pertanto, i commenti sono disabilitati. Chi vuole intervenire lo faccia sfruttando l'indirizzo mail indicato a lato. Chi non ha nulla da dire taccia.